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- È nei cassetti della mia stanza
È tra i banchi di scuola e sui treni diretti a nord
È nella piazza semideserta, dove ti hanno inseguita e picchiata
Ed è restare svegli la notte per ore e ore
È sfogliare il giornale e sperare
Di non trovare il tuo nome
Ma capisco il labiale
Da una certa distanza
Conosco quegli occhi
E so dove fa male
Ed è per tutte le cose che ho visto
Tutte le cose che ho sentito
Per ogni sguardo non richiesto
Ogni parola ingombrante
E so che forse è troppo
Ma non riesco più a non pensarci...
Ogni colpo è un filo di ragnatela che cade
Ogni corpo per terra è un mattone per ricostruire
Ed il ticchettio prima dell'esplosione
È un orologio in cucina che torna a funzionare
Le mie fughe, così infantili
Da riportarmi indietro
A quando speravo piovesse forte:
Una scusa, solo una scusa
Per correre per strada
Coi piedi nell'acqua
E le tasche leggere
E nel sogno che ho fatto stanotte, steso su un marciapiede
C'erano quasi tutti, sembrava il mio funerale;
Nessun servizio in televisione, nessuna accusa o religione
Fa caldo a Milano d'estate, mi sveglio in un bagno di sudore
E non c'è colpa negli occhi che intravedo nei finestrini
E non c'è sangue sulle mie mani che cercano in fretta le chiavi
Nell'agosto del 2005 mi sono promesso di non tradirmi mai
Ma quanta polvere ho accumulato da allora
Tu sei il simbolo di quello in cui ho sempre creduto
Sei il simbolo di quello in cui credo ancora
E per dieci estati ho ricercato quel momento
Su altipiani, spiagge affollate e capitali straniere
E poi sono tornato, e ho sentito l'odore dei pini
E ho appoggiato i vestiti per terra, e un coltello nel lavandino
Lascio che l'acqua scorra, lascio si arrugginisca
Ormai non mi serve più
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